Sommario

Torna al sommario

Editoriale
- Focus su
News/Notizie sulle Politiche
News/Notizie Scientifiche
E anche...

Condividi :

Edizione del 03 Settembre 2019

Nuove Sindromi

Nuove mutazioni in MYBPC1 sono associate a tremore miogeno e miopatia lieve

Uno studio pubblicato in Annals of Neurology descrive due famiglie di tre generazioni, non imparentate, che presentavano miopatia scheletrica lieve associata a tremore marcato e costante. Gli autori hanno individuato due nuove mutazioni missenso in MYBPC1 (p.E248K nella famiglia 1 e p.Y247H nella famiglia 2), che segregano perfettamente con il fenotipo miopatia/tremore nelle rispettive famiglie. MYBPC1 codifica la proteina C legante la miosina (sMyBP-C), una proteina sarcomerica modulare che svolge un ruolo strutturale e regolatore attraverso la sua interazione dinamica con i filamenti di actina e miosina. Questo studio dimostra che due nuove mutazioni missenso in MYBPC1 si associano a una miopatia scheletrica lieve dominante associata a tremore caratteristico.

Ann Neurol. 2019 Jul;86(1):129-142

Edizione del 03 Settembre 2019

Nuove Sindromi

Nuove mutazioni in MYBPC1 sono associate a tremore miogeno e miopatia lieve

Varianti de novo in HK1 associate ad anomalie dello sviluppo neurologico e deficit visivi

Varianti genetiche nel gene KDM6B si associano a ritardi dello sviluppo neurologico e dismorfismi

Una mutazione nel principale gene legato all’autofagia, WIPI2, si associa ad anomalie dello sviluppo globale

Actininopatia: una nuova distrofia muscolare causata da mutazioni dominanti in ACTN2

Mutazioni in MAGT1 causano un disturbo della glicosilazione caratterizzato da un fenotipo variabile

Una mutazione di stop omozigote in AHR causa ipoplasia foveale autosomica recessiva e nistagmo infantile

Varianti bialleliche patogenetiche in GALM causano un nuovo tipo di galattosemia

Varianti omozigote nel gene SCAPER causano disabilità intellettiva sindromica

Cardiomiopatia con aritmie letali associata all’inattivazione di KLHL24

Varianti in HNRNPR che compromettono l’espressione dei geni homeobox causano disturbi dello sviluppo negli umani

Varianti bialleliche in DYNC1I2 causano microcefalia sindromica associata a disabilità intellettiva, malformazioni cerebrali e dismorfismi facciali

Nuovi Geni

Revisione del quadro clinico associato all’aploinsufficienza di MYRF

Encefalopatia epilettica e dello sviluppo causata da una variante missenso ricorrente in APM1

Disturbi dello sviluppo neurologico ed epilessia causati da varianti eterozigoti in KMT2E

Disabilità intellettiva e grave compromissione delle modifiche “wobble” dell’uridina causate da mutazioni troncanti recessive in ALKBH8

Sindrome di Zimmermann-Laband: causata da mutazioni in KCNN3 che codificano il canale K+ SK3 Ca2+-attivato di piccola conduttanza

Individui e famiglie affetti da aneurismi aortici toracici e dissezioni causate da varianti rare in SMAD4

Sindrome di Noonan causata da mutazioni attivanti la linea germinale in RRAS2

Una mutazione nonsenso in CFAP43 causa l’idrocefalo con pressione normale associato ad anomalie ciliari

Varianti in SLC18A3 esitano nella sequenza dell’acinesia fetale nelle prime fasi della gravidanza

Brachidattilia grave e bassa statura causate da una nuova variante patogenetica in TRPS1 all’interno del dominio GATA legante il DNA

Ricerca Clinica

Malattia di Fabry: lo studio ATTRACT di fase III evidenzia un profilo di sicurezza favorevole per il passaggio dalla terapia enzimatica sostitutiva a Migalastat

Distrofia muscolare di Duchenne: uno studio retrospettivo dimostra che una coorte nazionale di ragazzi trattati con glucocorticoidi presenta l’incidenza più alta di fratture e il grado maggiore di ritardo della crescita lineare

Distrofia muscolare di Duchenne: una sperimentazione randomizzata dimostra che l’ACE-inibitore Enalapril associato al betabloccante metoprololo in bambini e giovani ritarda la disfunzione ventricolare sinistra, ma non ha efficacia significativa

Atrofia muscolare spinale a esordio tardivo: studi di fase I/II dimostrano che la somministrazione di nurinsen a lungo termine per via intratecale nei bambini comporta un miglioramento della funzione motoria e la stabilizzazione della malattia

Miastenia grave generalizzata: uno studio randomizzato di fase II dimostra che l’antagonista del recettore FcRn efgartigimod è sicuro e ben tollerato

Ipofosfatemia legata all’X: una sperimentazione randomizzata, in aperto, di fase III evidenzia miglioramenti clinici significativi più marcati con burosumab rispetto alla terapia convenzionale nei bambini

Linfoma diffuso a grandi cellule B del tratto sino-nasale: uno studio dimostra che l’aggiunta di rituximab alla chemioterapia diretta al sistema nervoso centrale riducono il rischio di progressione e decesso e comportano una migliore sopravvivenza

Sclerosi sistemica: un ampio studio prospettico di coorte dimostra che rituximab ha un buon profilo di sicurezza e comporta un cambiamento significativo nella fibrosi cutanea

Malattia di Gaucher tipo 1: un’analisi aggregata a lungo termine degli eventi avversi evidenzia un profilo di sicurezza favorevole per eliglustat somministrato per via orale negli adulti

Sclerosi tuberosa complessa: uno studio retrospettivo dimostra che il trattamento con l’inibitore di mTOR everolimus è sicuro nei pazienti di età inferiore ai due anni e comporta effetti terapeutici positivi

Sindrome del QT lungo: Lumacafror e ivacaftor accorciano in maniera significativa il QTc in due pazienti al primo tentativo di validare i risultati in vitro di una strategia di riposizionamento dei farmaci per le malattie cardiovascolari

Trombocitopenia autoimmune: ICON1, uno studio osservazionale prospettico multicentrico su bambini che iniziavano trattamenti di seconda linea, confronta gli esiti del trattamento, ivi compreso il numero di piastrine

Sindrome di Sjögren primitiva: una sperimentazione di fase II dimostra che ianalumab (VAY736) mirato alle cellule B attraverso il blocco del recettore BAFF, associato a citotossicità potenziata dipendente da anticorpi, porterebbe benefici terapeutici

PMM2-CDG: la prima sperimentazione clinica AZATAX dimostra che acetazolamide è ben tollerato ed efficace nella sindrome motoria cerebellare

Lipodistrofia familiare parziale: un’analisi di sottogruppo di uno studio prospettico evidenzia miglioramenti metabolici simili con metreleptin in pazienti con varianti patogenetiche in PPARG e LMNA

Sindrome Proteus: una relazione presenta la prima evidenza di un effetto terapeutico di miransertib, un inibitore selettivo di AKT, in un’adolescente affetta da sindrome di Proteus e carcinoma ovarico

Deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici: uno studio dimostra che il ripristino dei livelli di dopamina nel putamen attraverso la terapia genica migliora l’integrità microstrutturale della sostanza bianca cerebrale

Anemia aplastica: uno studio monocentrico degli ultimi 15 anni dimostra che il tasso di risposta della globulina antitimocitaria equina associata alla ciclosporina è superiore a quello di coniglio nei pazienti non precedentemente sottoposti a trattamento

Trisomia 18: uno studio multicentrico retrospettivo esamina i fattori relativi alla sopravvivenza dei neonati fino alle dimissioni

Fibrodisplasia ossificante progressiva: storia naturale e analisi trasversale di fenotipi baseline annotati

Leucodistrofia metacromatica: spunti sulla storia naturale da interviste ai caregiver

Galattosemia classica: storia naturale ed esperienze dal registro GalNet

Mucopolisaccaridosi tipo 4A: primo studio coorte nazionale sulla storia naturale in Malesia e profili clinici, biochimici e genetici

Carcinoma delle cellule renali: una sperimentazione multicentrica randomizzata di fase III dimostra che atezolizumab associato a bevacizumab prolunga la sopravvivenza senza progressione rispetto a sunitinib nei pazienti con carcinoma metastatico

Linfoma diffuso a grandi cellule B: una sperimentazione randomizzata di fase III basata sulla caratterizzazione molecolare in tempo reale dimostra che l’aggiunta di bortezomib alla terapia standard non migliora la sopravvivenza senza progressione

Leucemia linfatica cronica a cellule B: uno studio di fase II dimostra che l’associazione di ibrutinib e venetoclax costituisce un trattamento orale di prima linea efficace per i pazienti ad alto rischio e anziani

Citopenie autoimmuni correlate a leucemia linfatica cronica: uno studio del gruppo FILO dimostra che ibrutinib e idelalisib possono rappresentare nuove opzioni terapeutiche

Mieloma multiplo: un’analisi integrata di quattro studi di fase I/II dimostra che la terapia a base di ixazomib presenta risposte più profonde e un profilo di sicurezza positivo in assenza di tossicità cumulativa nei pazienti non sottoposti a trapianto

Mieloma multiplo: lo studio CLARION di fase III dimostra che carfilzomib associato a melfalan-prednisone non comporta una differenza significativa nella sopravvivenza senza progressione rispetto a bortezomib per i pazienti non idonei al trapianto

Adenocarcinoma dell’esofago: la chemioterapia a base di fluorouracile associata a leucovorin, oxaliplatino e docetaxel migliora la sopravvivenza rispetto a fluorouracile o capecitabina associati a cisplatino ed epirubicina

Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro: un nuovo modello predittivo basato sui parametri clinici disponibili per la valutazione del rischio di aritmie e per orientare le decisioni in materia di prevenzione primaria

Malattia di Charcot-Marie-Tooth tipo 4B: un ampio studio retrospettivo multicentrico della malattia associata a mutazioni nelle proteine correlate alla miotubularina dimostra che la CMT4B1 è molto più grave della CMT4B2

Amiloidosi AL: gli agenti immunomodulatori sono attivi ed efficaci nell’indurre risposte ematologiche e comportano una sopravvivenza senza progressione e una sopravvivenza complessiva prolungate nei pazienti recidivanti dopo la terapia iniziale

Anemia a cellule falciformi: uno studio di estensione a dosi incrementali, in aperto, di fase I/II dimostra che voxelotor presenta un profilo di sicurezza favorevole

Malattia di Castleman multicentrica idiopatica: uno studio di fase II dimostra che la terapia orale a base di thalidomide-ciclofosfamide-prednisone è efficace nei pazienti con nuova diagnosi

Leucemia linfatica cronica a cellule B: il follow-up a lungo termine della sperimentazione di fase III RESONATE dimostra che ibrutinib rappresenta un trattamento efficace nella leucemia linfatica cronica recidivante/refrattaria

Biomarcatori

Carcinoma epatocellulare: predittori molecolari di prevenzione della ricorrenza con terapia adiuvante a base di sorafenib e fattori prognostici nella sperimentazione di fase III STORM

Linfoma diffuso a grandi cellule B: i punteggi NT-proBNP e cardiovascolare rappresentano predittori accurati della cardiotossicità indotta da antracicline e permettono di individuare gruppi di pazienti che presentano rischi diversi

Sclerosi sistemica cutanea diffusa: la fibrosi cutanea progressiva si associa a un declino della funzione polmonare e a una peggiore sopravvivenza nella coorte di European Scleroderma Trials and Research (EUSTAR)

Ipofosfatemia legata all'X: utilità del punteggio radiografico Rickets Severity Score – valori più alti sono associati a maggiori deficit biochimici, clinici e funzionali

Sclerosi sistemica: la proteina D del surfattante derivata dall’epitelio polmonare costituisce un biomarcatore diagnostico rilevante per la malattia polmonare interstiziale associata alla sclerosi sistemica

Malattia di Charcot-Marie-Tooth tipo 1A: biomarcatori del trascritto delle cellule di Schwann

Adenocarcinoma dell’esofago: uno studio all’interno del National Cancer Institute Cohort Consortium valuta i marcatori circolanti prediagnostici di infiammazione e rischio di adenocarcinoma dell’esofago

Corticosurrenaloma: fascina-1 come nuovo biomarcatore prognostico associato all’invasività del tumore

Carcinoma epatocellulare: uno studio multicentrico su larga scala valida il membro B10 della famiglia 1 della aldo-cheto-reduttasi come marcatore sierico prevalente

Approcci Terapeutici

Sindrome dell’X fragile: l’inibizione della via della chinasi ripristina l’induzione di PSD95 nei neuroni carenti di proteina FMRP (fragile X mental retardation protein)

Sindrome dell’X fragile: marcata correzione dei deficit dell’apprendimento associativo a seguito di un trattamento breve e precoce in un modello murino

L’editing genetico di PIG -A tramite CRISPR/Cas9 in un modello di primate non umano non evidenzia alcuna espansione clonale intrinseca di PNH HSPCs

Atassia di Friedreich: l’iperespressione di GRP75 corregge il deficit di fratassina e i fenotipi mitocondriali in modelli cellulari

Atassia cerebellare degenerativa: la stimolazione cerebellare profonda riduce i sintomi motori atassici nel ratto Wistar Furth con tremore

Telangectasia emorragica ereditaria: l’inibizione dell’angioproteina-2 corregge la malformazione arterovenosa in un modello di topo Smad4

Porfiria intermittente acuta: topi knock-in per l’idrossimetilbilano-sintasi omozigoti offrono spunti sulla patogenesi dei deficit neurologici gravi presenti nella porfiria intermittente acuta umana omozigote dominante umana